Gli scienziati ci stanno suggerendo la possibilità che siamo energia, identità prospettata nella scoperta più prestigiosa dell’ultimo secolo, l’Equazione di Einstein: E = mc2. Ogni giorno gli esperimenti nell’infinitamente piccolo svelano altri dettagli di questo rapporto del quale fanno parte ad esempio il Bosone di Higgs e la recentissima particella Xi creata al CERN di Ginevra. Tornando all’infinito, gli astrofisici spiegano come tutta la materia più pesante dell’idrogeno, elementi come ossigeno, ferro o carbonio, siano scaturiti dalle immani esplosioni di energia che hanno disintegrato le gigantesche stelle primordiali. L’energia dunque è la madre di tutte le cose materiali. Anche di noi esseri umani.
L’energia motore nel mondo in cui viviamo, plasma l’ambiente, dice Jeremy Rifkin. Nella Prima Rivoluzione Industriale ad esempio l’energia fossile ha permesso un impulso allo sviluppo mai riscontrato prima. Per realizzare tale cambiamento epocale le classi dirigenti hanno puntato su una fonte di energia elitaria, perché ha bisogno di ciclopiche infrastrutture per essere prodotta e distribuita. Una fonte di energia facile da controllare perché accessibile solo in alcuni luoghi. Solo gli Stati, i grandi investitori finanziari e le multinazionali hanno le risorse per estrarla, produrla e distribuirla.
Nel mondo dell’Ottocento tutta questa energia aveva un nome: il carbone. Certo è che proprio il carbone è la principale causa dei cambiamenti climatici e il suo impiego è stato massiccio fino alla fine della seconda guerra mondiale. E oggi? È cambiato lo scenario? Ad esempio negli USA l’energia elettrica viene prodotta per il 30% con il carbone, per il 34% con il gas naturale, e per il restante 36% con altri sistemi.
Il carbone, combustibile più inquinante, è ancora responsabile del 67% delle emissioni di co2 nella produzione di elettricità. Si calcola che ogni anno negli USA il carbone sia responsabile della morte di 7.500 americani. Ma sta perdendo terreno e non per il buon senso o la buona volontà. Anzi. È noto come il Presidente Trump voglia riaprire le miniere di carbone USA e aumentarne la produzione. Anche se il carbone sta perdendo terreno perché il suo maggiore concorrente, il gas naturale, è molto più economico da estrarre e da trasportare. Tuttavia il carbone vale ancora un terzo circa del mercato energetico americano. E negli Usa sono attive ancora 280 centrali a carbone.
Ogni giorno nel mondo si consumano 55 trilioni di kw. A produrre tale immenso fiume di energia sono 2300 centrali a carbone che generano il 41% della elettricità prodotta globalmente. 3000 impianti a gas naturale che generano il 20% della produzione elettrica mondiale. 439 centrali nucleari che producono il 10% a beneficio di alcuni Paesi. E solo il 7% è derivato da fonti rinnovabili. Tutto il resto è prodotto con il petrolio. 350.000 impianti di trivellazione estraggono 4 milioni di barili di petrolio ogni ora. In 150 anni sono stati estratti mille miliardi di barili di petrolio. Quasi tutto ciò che usiamo è legato al petrolio che è ovunque. Nelle strade, nelle auto, nelle abitazioni! Il 22% dell’energia elettrica è prodotta con il petrolio che alimenta pure quasi la totalità dei trasporti: auto, mezzi industriali, navi e aerei. Un fiume di petrolio sta ancora spingendo il mondo. Eppure costa molto, inquina, crea squilibri e prima o poi si esaurirà. Parliamoci chiaro: il nostro modello di sviluppo energetico si fonda ancora sulle energie fossili e sulla tecnologia del XIX secolo che lo sfrutta. Un modello che ha permesso a grandi masse di persone di superare la povertà e l’indigenza, ma ha anche conferito immenso potere e ricchezza a pochi che gestiscono e controllano il sistema dell’energia. Ciò, prosegue Rifkin, ha generato grandi squilibri economici e sociali. Ha creato una piramide sociale dove l’uno per cento dispone del novantanove per cento delle risorse. La Globalizzazione ha convito sempre più esseri umani ad aderire al sistema globale dei commerci, incentrato soprattutto sul profitto e sulla competizione commerciale, alle politiche di consumismo e di esportazione del sistema usa e getta in aree sempre più estese del pianeta. Anche se comporta l’inutile e selvaggio sfruttamento di risorse naturali. Un sistema che persevera a predicare quanto sia giusto piegare la natura al profitto, al vantaggio di pochissimi che sfruttano il terrore dei molti di rinunciare a un malinteso senso di agio e di benessere. È così che si inquinano, che si dilapidano le risorse che appartengono anche ai futuri abitanti di questo Pianeta, che si alimenta ogni giorno più veementemente il Surriscaldamento Globale. Perché la temperatura media del pianeta continua ad aumentare.
Più recentemente questo sistema sta scollando il mondo finanziario dalla realtà del lavoro e del mondo produttivo. Banche e imperi finanziari nascono in poco tempo, acquistano poteri immensi o falliscono, precipitando nel baratro masse di risparmiatori e soggetti imprenditoriali. Realtà e finzione ormai si confondono nella Rete e nel mondo reale, e si creano squilibri sempre più evidenti. È ora di agire.
Il viaggio nell’energia e nell’Ambiente del Villaggio Ecologico
L’energia rinnovabile è distribuita uniformemente e riappropriarsene per sfruttarla può essere un passo importante per la riduzione degli squilibri che stiamo vivendo: ogni giorno il sole illumina la Terra, ogni giorno il vento spira quasi ovunque, ogni giorno le maree alzano e abbassano il mare, ogni giorno le correnti muovono volumi giganteschi di acqua, ogni giorno i fiumi scorrono… E poi ancora ogni giorno tonnellate e tonnellate di biogas vengono prodotti con i rifiuti biologici o in tante altre maniere. E tutte queste fonti di energia sono dette rinnovabili perché non si esauriranno, come invece accadrà per il petrolio, il carbone, il gas naturale e il combustibile radioattivo. Le fonti rinnovabili si trovano ovunque nell’ambiente e sono a disposizione di tutti. Perché l’ambiente e l’energia naturalmente sono beni comuni. Ma se possiamo liberamente passeggiare nei giardini pubblici o scalare una montagna, ancora non possiamo liberamente sfruttare le fonti rinnovabili per produrre l’energia che ci serve per vivere e svilupparci. L’ambiente e l’energia sono dunque legati da uno strettissimo rapporto. Non si può preservare l’uno senza iniziare a cambiare il modo di gestire l’altra. Ma come liberalizzare l’accesso o la produzione di energia? Queste la basi su cui fondare analisi, compiere riflessioni e programmare linee di azione per contribuire a restituire le risorse dell’ambiente e dell’energia di questo pianeta a tutti e non solo ai pochissimi che oggi ne detengono l’esclusiva.
Elemento presente e articolato nelle varie iniziative del Villaggio Ecologico saranno dunque Ambiente e Energia – Beni Comuni; fattori da declinare nello svolgimento di laboratori, durante i dibattiti, nelle dimostrazioni, al centro delle proiezioni, ecc.
Piana Eco Festival, una iniziativa di liberi cittadini che si presta a svolgere un ruolo di Servizio al Territorio, intervenendo sui temi di interesse comune non solo locale ma anche globale.
Un passo importante per ripulire l’ambiente è un passo anche verso la legalità, base per costruire un mondo più pulito e più giusto. Perché le risorse, l’energia e la salute del Pianeta sono Beni Comuni, non solo della nostra Specie, ma a tutte le specie viventi in questo istante e nell’avvenire.
DIBATTITI E CONFRONTI SUL PALCOSCENICO DI PIANA ECO FESTIVAL
Dibattito 1 ENERGIA MADRE (cosa è a cosa serve l’energia e come l’energia oggi plasma l’ambiente).
Temi
L’energia madre, al centro dello sviluppo, e motore del riscatto del Meridione; cerchiamo di comprendere come e perché l’energia è più che mai al centro di tutto.
L’energia è al centro dello sviluppo ma è anche il punto di riferimento della società. Difficile individuare le classi sociali di oggi con il tradizionale parametro della condizione o del lavoro. L’energia è un parametro trasversale e un elemento per comprendere chi siamo e come possiamo cambiare.
Riflessioni
Esistono dunque i nuovi poveri, sono coloro che non hanno a disposizione energia. Se non puoi pagare la bolletta dell’energia non puoi cucinare, non puoi telefonare, non puoi informarti. Un tempo non era così. Anche i poveri riuscivano ad accendere un fuoco, almeno quasi sempre. Chi non ha a disposizione energia propria deve procurarsela. Al centro dello sviluppo dunque l’opportunità di accedere all’energia per tutti forse ancora prima del reddito? Come tutto ciò può spingere il Meridione?
Dibattito 2 (PRODUTTORI E CONSUMATORI DI ENERGIA (Chi gestisce l’energia, come la gestisce, quali i possibili sviluppi, chi potrebbe gestirla - scienziati, amministratori, gente comune).
Temi
Chi deve difendere l’ambiente dallo sperpero delle risorse dall’inquinamento di aria, terra e acqua. Gli attori piccoli e grandi dello scacchiere dell’energia; il ruolo della cultura e dell’arte nella contrapposizione tra affari, poteri, populismi e leader politici sempre più autarchici.
Riflessioni
Un tempo erano gli intellettuali a guardare lontano a indicare scenari, a individuare gli attori dei grandi cambiamenti. La rivoluzione dal basso non è mai partita. I consumatori non vogliono rinunciare agli agi e agli sprechi del sistema usa e getta… Che aspetto avrà questo mondo domani? E chi deve operare il cambiamento che tutti attendono? Chi vi si oppone?
Dibattito 3 ENERGIA E AMBIENTE BENI COMUNI (Come riappropriarsi del bene comune energia).
Temi
La soluzione dell’emergenza ambientale è il considerare l’ambiente e l’energia beni comuni? Bastano le buone pratiche? Una rivoluzione che non si può fare da soli, ma solo tutti insieme: le soluzioni: biomasse, energia dal mare, mini idroelettrico, minieolico, geotermia). Il futuro sarà molto più rinnovabile: quando e come ci si arriverà?
Riflessioni
Conclusione festival. Discutiamo sulle prospettive locali e globali del territorio alla luce delle nuove scoperte. L’energia dal mare ad esempio. Le città dello Stretto (vicine a quelle della Piana) hanno un patrimonio non sfruttato. Il Meridione riparte dall’energia pulita e per tutti? Ma come superare l’eterna contrapposizione tra gattopardi e fautori del cambiamento? Come riprenderemo in mano il nostro futuro per considerare l’energia come bene comune, come elementi per cambiare il mondo? Il cambiamento parte dalla raccolta differenziata? Dice Connett che i paesi più corrotti sono anche i più inquinati. Ed è vero anche il contrario. Dalla Piana parte la battaglia per far rendere sempre più pulito l’ambiente. E l’energia può essere il motore di questo cambiamento, di questa transizione tra una società fossile a una decarbonizzata?